La narrazione fantastica che rappresenta tutti i colori è senz’altro quella della greca Iris, giovane dea minore dai piedi veloci. Ella portava ordini celesti agli dei minori o agli uomini; per svolgere questa mansione era solita scendere sulla Terra camminando sull’arcobaleno, che tracciava la sua strada. È in ricordo di questa leggenda che alcuni poeti definiscono l’arcobaleno la sciarpa di Iride.
Era ed Iris a figure rosse, circa 480 a.C. |
Essendo il miele un alimento di origini
antichissime, è facile immaginarne la presenza nella mitologia o nelle pitture,
anche di tipo rupestre. È il caso dei graffiti dell'Africa australe o della
Cueva della Araña in Spagna, che documentano come già nel Neolitico l'uomo
avesse affinato alcune tecniche per rendere inoffensive le api selvatiche. Da questo
momento in avanti, il frutto degli alveari accompagnerà i popoli attraverso tutte
le epoche, ricoprendo ruoli e assumendo significati ogni volta differenti. Per
conoscere a fondo il passato del colore giallo miele, è necessario osservare la
storia della cosa che lo definisce - il miele - con attenzione.
Scena di raccolta del miele, Cueva della Arana, Spagna |
Scena di raccolta del miele, Matopo Hills, Zimbabwe |
Miele e cattivi presagi
Nel mito dei karajà, popolazione indigena del
Brasile, il miele è associato alla "vita breve" dell'uomo. Usciti
dalle viscere della terra, gli antenati dei karajà rimasero stupiti dalle api e
dal miele presenti in superficie. Molti di essi scelsero così di rimanere, ma
secondo la leggenda vissero meno di coloro che tornarono nel mondo sotterraneo.
Curioso poi come in molte culture la
distruzione degli alveari rappresenti una punizione divina per l'infrazione di
regole sociali. È ciò che accade al greco Aristeo che, come narra
Virgilio, si invaghisce della driade Euridice, promessa sposa del cantore
Orfeo. Quest’ultima, per sfuggire alle attenzioni di Aristeo, calpesta
accidentalmente un serpente velenoso che col suo morso la uccide. Per vendetta
le altre driadi gli distruggeranno le sue api.
In un mito dell'etnia bororo invece, il
miele selvatico offerto ai membri del clan diventa tutto ad un tratto
immangiabile: i raccoglitori avevano infranto il tabù sessuale.
Miele nell'Antico Testamento
Per una completa analisi del miele nella mitologia,
è bene non tralasciare gli scritti dell'Antico Testamento, che riportano le
passate usanze del popolo di Israele.
Nelle Sacre Scritture, il miele sembra
provenire dal cielo, come già suggerisce l'etimologia del termine stesso. Esso
viene associato alla manna (Esodo 16:31), come qualcosa che viene
dall’alto, quindi paragonato alla Parola del Signore. Israele, come
ricorda la Bibbia (Genesi 43:11), invita i figli a portare in dono "un po'
di balsamo, un po' di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle".
Il dono delle api è inoltre utile alla crescita e
alla scelta del bene, come affermato in Isaia 7:14,15 "la giovane
concepirà, partorirà un figlio e lo chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e
miele finché sappia rigettare il male e scegliere il bene."; ma non deve
essere sprecato "che tu non abbia poi a vomitarlo", Proverbi
25:16. Per indicarne la bontà, nella Bibbia si fa riferimento alla Terra
Promessa come la "terra dove scorre latte e miele" (Esodo 3:8). Anche
i ribelli Kore, Datan e Abiram si rivolgono a Mosé accusandolo di
averli tratti fuori "da un paese dove scorre il latte e il miele" per
averli portati a morire nel deserto (Numeri 16:13).
Infine, la dolcezza del
miele è sovente in relazione col Maligno, con l'idea del peccato e della
tentazione, "le labbra dell’adultera stillano
miele", Proverbi 5:3.
Miele nell'Islam
Nel mondo islamico, il miele rivestiva un ruolo
così importante da essere citato persino nel Corano: “…il tuo Signore ha
ispirato le api a costruire i loro alveari sulle colline, sugli alberi e nelle
abitazioni degli uomini. Dai loro corpi fuoriesce una bevanda di vari colori,
in cui c’è la salute per il genere umano”. Da quest’estratto si può dedurre che
era usato anche per scopi terapeutici.
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